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Martedì, 03 Giugno 2014 12:31

…Oscuri eroi colla fronte impastata di sudore

La Grande Guerra sugli Altipiani, sul Carso e sul Grappa nei diari di un soldato del Genio

 

…Oscuri eroi colla fronte impastata di sudore

  • autore: Giovanni Biondi
  • curatori: Walter Belotti e Mauro Ezio Cavalleri
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2014 (prima edizione)
  • pagine: 464 (di cui 416 in b/n e 48 a colori)
  • formato: cm 16,5 x 24
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì
  • peso: 1,4 kg circa
  • ISBN: 978-88-904522-4-6

 

carta allegata:

Inserita sotto l’aletta, la riproduzione a colori del prospetto panoramico visto dai monti Berici – dal Lago di Garda a N/O alle prealpi carniche a N/E –, realizzato dalla Sezione Fotografica inglese nel 1918.

  • 8 ante a fisarmonica in formato cm 12,25 x 20,5 cm
  • formato aperto del pieghevole: cm 98 x 20,5
  • carta patinata opaca 100 gr.
Prezzo: euro 23,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

Descrizione:

Oscuri eroi colla fronte impastata di sudore è la sorprendente testimonianza della Prima Guerra Mondiale narrata in “presa diretta” da Giovanni Biondi, un cassiere contabile di banca, mite, scrupoloso, schivo di onori, animato da profonda fede cattolica e di sinceri sentimenti patriottici: un soldato come tanti, arruolato nel Genio Zappatori e gettato nel vortice del conflitto. Racchiude fatti e riflessioni di un’esperienza di guerra vissuta in prima persona, annotati ogni giorno sulle pagine di quattro taccuini rimasti in un cassetto per quasi cento anni e donati dalla figlia dell’autore al Museo della Guerra Bianca. Dalla non facile lettura e trascrizione dei manoscritti sono riemerse le vicende quotidiane di questo soldato: le sfiancanti marce di trasferimento; la fatica nel duro lavoro di scavo, costruzione, corvée; l’intima soddisfazione per le opere compiute; gli sfibranti disagi della fame, sete, sonno, freddo, pioggia; i lieti momenti del riposo e il sollievo per lo scampato pericolo; il dramma dei profughi e la malinconia dei villaggi distrutti e abbandonati; il fascino dei razzi luminosi, delle evoluzioni aeree e la dolce poesia della natura; la devastante violenza dei bombardamenti e il dolore per i compagni caduti; lo scoramento delle sconfitte e la determinazione a resistere; la rassegnata obbedienza al dovere e l’incontenibile entusiasmo nei giorni del novembre 1918 fanno da filo conduttore di una trama che intreccia le molteplici sfumature di una guerra che ha visto protagonisti anche i soldati del Genio, “oscuri eroi” che operarono spesso lontani dalle luci della ribalta – e per questo piuttosto trascurati dalla storiografia – ma che in realtà, al pari dei commilitoni di fanteria e di altre armi, parteciparono con straordinario spirito di abnegazione allo svolgimento dei gravosi incarichi ricevuti, troppe volte pagando con il sacrificio della vita.

Impreziosito da oltre 260 fotografie dell’epoca, per buona parte inedite, e da 28 schizzi dello stesso autore dei diari, il libro è completato da diverse note di approfondimento che contestualizzano alcuni fatti storici narrati, illustrano alcuni luoghi descritti, chiariscono il significato di alcune parole ormai cadute in disuso e/o agevolano la comprensione di termini tecnici.

L’autore:

Giovanni Biondi nasce a Malegno (BS) il 23 giugno 1886. Dopo aver compiuto gli studi fino alla quinta classe del Regio Ginnasio di Lovere (BG), all’età di 15 anni inizia a lavorare come impiegato presso un istituto di credito di Darfo (BS), il paese della Valle Camonica dove risiede.

Il 24 maggio 1915, con l’ingresso del Regno d’Italia nella guerra che già da quasi un anno imperversa in Europa, il ventinovenne Giovanni Biondi a seguito della mobilitazione generale è richiamato a Pavia presso il Deposito del 1° Reggimento Genio Zappatori. Aggregato alla 40ª Compagnia di nuova formazione, dopo alcuni mesi di addestramento il 10 aprile 1916 parte per il fronte. Le vicissitudini della guerra, iniziata col grado di Sergente, portano il geniere camuno a operare in quasi tutte le zone più “calde” del fronte Italo-austriaco. Dapprima sugli Altipiani lungo la linea di confine tra il Veneto e l’allora Trentino asburgico, dove tra l’altro partecipa alla drammatica difesa di Monte Maggio, investito dalla travolgente offensiva austro-ungarica del maggio-giugno 1916, poi sul massiccio del Novegno e nei dintorni delle valli d’Astico e Posina. Alla fine di agosto di quello stesso anno, invece, dopo aver da poco iniziato i lavori di rafforzamento delle posizioni sulle pendici del Pasubio, è richiamato a Verona per frequentare il Corso Allievi Ufficiali del Genio. Terminato il corso, agli inizi di febbraio del 1917Giovanni Biondi viene assegnato alla 46ª Compagnia, anch’essa inquadrata nel 1° Reggimento Genio Zappatori, con la quale, dopo aver atteso alle opere di difesa campale in alta Val Posina (periodo in cui ottiene la promozione al grado di Sottotenente), verso la metà di luglio si trasferisce sul Carso, “l’arido e fosco campo della morte” dove la guerra assurta a proporzioni industriali si manifesta in tutta la più devastante violenza, dalla cui nefasta spirale neppure Biondi ne esce immune, allorché, durante le prime fasi dell’Undicesima Battaglia dell’Isonzo, rimane gravemente ferito dall’esplosione di una granata avversaria. Dopo quasi due mesi di degenza in diversi ospedali e altri due trascorsi presso il Deposito Convalescenziario di Treviglio, il 23 dicembre 1917 Giovanni Biondi rientra volontario alla 46ª Compagnia. Promosso Tenente, nel primo semestre del 1918 opera con quest’ultima in Val Lagarina nei settori di Serravalle-Fortini e Zugna, poi sul Grappa e, infine, nuovamente sugli Altipiani, dove conclude l’esperienza di guerra prendendo parte all’offensiva finale del novembre 1918.

Per l’esemplare contegno tenuto nel corso del conflitto, Giovanni Biondi ottiene diversi riconoscimenti, tra questi la Medaglia d’Argento al valor militare conseguita per i fatti d’arme di Selo (Carso) il 18-24 agosto 1917.

Nel dopoguerra Biondi riprende il lavoro di funzionario presso la filiale di Darfo dell’Unione Bancaria Nazionale, dove assume ruoli sempre più rilevanti, così come contemporaneamente riveste importanti incarichi civili nelle varie realtà amministrative, benefiche e culturali della cittadina camuna. Sempre nel primo periodo postbellico, il 1° settembre 1921 si sposa con Celestina Benvenuta Abondio, dal cui matrimonio nascono tre figli: Margherita (1922), Giovanni (1923) e Domenico Augusto (1925).

Giovanni Biondi, dopo “breve e violenta malattia”, si spegne nella sua Darfo il 16 ottobre 1928 alla prematura età di 42 anni.

Sommario:

pag. 5 Ringraziamenti
pag. 7 Prefazione
pag. 11 “s’incamminano taciti e curvi sotto il peso dei materiali pel lavoro”
Dai taccuini al libro: elaborazione e obiettivi di una memoria senza tempo
pag. 25 Avvertenze
pag. 25 Referenze iconografiche
pag. 27 LE BATTAGLIE DEGLI ALTIPIANI
(10 aprile - 1 settembre 1916)
pag. 185 IL RITORNO SUGLI ALTIPIANI
(1 febbraio - 17 luglio 1917)
pag. 199 LA DOLOROSA PARENTESI DEL CARSO
(17 luglio 1917 - 14 febbraio 1918)
pag. 293 IL TERZO ANNO DI GUERRA SUGLI ALTIPIANI
(14 febbraio - 31 dicembre 1918)
pag. 447 Stato di servizio
pag. 453 Bibliografia
pag. 455 Il Museo della Guerra Bianca in Adamello
Ultima modifica il Domenica, 23 Novembre 2014 01:42