Distruzione e morte

Fatti salvi sporadici episodi di bombardamento aereo delle città (Milano, Monza, Treviglio, Bergamo, Brescia), i danni diretti della guerra furono limitati al territorio immediatamente a ridosso del fronte: episodio significativo fu il bombardamento incendiario di Ponte di Legno del 27 settembre 1917.

I caduti della Grande Guerra furono tra i 700 e gli 800 mila, morti soprattutto sull’Isonzo, sugli Altipiani, sul Piave.

I caduti sul fronte lombardo furono “solo” alcune centinaia (oltre 800 salme si possono contare nel solo sacrario del Tonale), gran parte dei quali non morirono in seguito ai combattimenti, bensì per il clima ostile, le valanghe e il gelo.

Molti, dimenticati dalle statistiche ufficiali, non erano neppure soldati, ma semplici operai civili e portatori.

i miserti resti tragicamente contorti del cadavere di un travolto da valanga sul fronte dell'Adamello i miserti resti del cadavere di un travolto da valanga sul fronte dell'Adamello alpini skiatori in tenuta mimetica caduti in azione sul fronte dell'Adamello, allineati presso il villaggio militare di Passo della Lobbia Alta (3020m s.l.m.) Ponte di Legno bruciata e distrutta dopo il bombardamento austriaco del 27 settembre 1917 alpini skiatori in tenuta mimetica caduti in azione sul fronte dell'Adamello, allineati presso il villaggio militare di Passo della Lobbia Alta (3020m s.l.m.) Giuseppe Ungaretti, combattente della Grande Guerra