convegno
VENERDÌ 12 OTTOBRE 2018
AUDITORIUM DEL COMUNE DI COLICO
via alle Torri, Colico Piano LC
FORTE MONTECCHIO NORD
Prima del 2014 solo alcune iniziative, per lo più proposte da soggetti culturali a volte ritenuti “minori”, avevano trovato
spazio nei programmi e nei finanziamenti regionali. Il quinquennio 2014-2018, ricorrenza del Centenario della Prima
Guerra Mondiale, è stato un periodo nel quale il mondo istituzionale ha preso coscienza della ricchezza e dell’unicità
del Patrimonio Culturale della Grande Guerra presente sul territorio della Regione Lombardia e ha dato avvio a un
programma di attività volte a farne emergere la valenza culturale e l’attrattività anche turistica.
Il convegno prevede pertanto un primo inquadramento storico degli avvenimenti in Lombardia e nel Trentino, la
successiva presentazione delle azioni più significative avviate nell’ultimo quinquennio in Regione Lombardia e la
conclusione rispetto alle azioni future.
in programma domenica 29 settembre che vedrà l’eccezionale partecipazione, a Forte Montecchio Nord (via alle Torri 8, Colico), delle sezioni alpine di Colico, Lecco, Como e Valtellinese in memoria dei caduti del Primo Conflitto Mondiale. Alla solenne giornata parteciperanno il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il prefetto di Lecco Liliana Baccari, il sindaco di Colico Monica Gilardi, il vescovo emerito di Lodi monsignor Giuseppe Merisi.
Un evento che chiude le commemorazioni del quadriennio 2014-2018, in ricordo di tutte le vittime, di tutti gli eserciti e di tutti i fronti, di quella tragedia che fu la Grande Guerra 1914-1918.
Siete tutti invitati a partecipare il 23 OTTOBRE 2017 alle ore: 20:30 presso la sede del C.A.I. Brescia alla presentazione del libro
con la presenza di Francesco Mazzocchi, Franco Ragni del film "Guerra Bianca Storia e memoria nei luoghi della Grande Guerra in Lombardia che sarà presentato da John Ceruti
Via Villa Glori, 13 25126 Brescia
email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
telefono: 030321838
Serata di presentazione
Sezione di Brescia
Le esplorazioni alpinistiche 1864-68
Julius Payer è personaggio noto tra noi per le sue esplorazioni alpine di 150 anni fa nel settore lombardo/trentino, con l’importante “prima” in vetta all’Adamello, e questo volume ce lo fa scoprire: un’opera di grande interesse storico e documentario dovuta al ricercatore, alpinista e socio Cai Francesco Mazzocchi, e pubblicato dalla Sezione di Brescia in affiancamento all’Editrice Grafo. Ma il volume si occupa anche del Payer come “prodotto” dell’affascinante mondo della seconda metà di un Ottocento proteso alla “conoscenza” in ogni campo: politico, sociale, scientifico, tecnologico e – questo è il nostro caso – geografico. I testi portanti del volume sono comunque l’accurata traduzione (testo tedesco a fronte) di quanto Payer scrisse sull’esplorazione tra 1864 e 1868 delle Dolomiti di Brenta e dei Gruppi Adamello e Ortles-Cevedale, da solitario outsider in un teatro che all’epoca poteva apparire quale monopolio degli agguerriti inglesi dell’Alpine Club, con molti bei nomi che ancora oggi contrassegnano la topografia alpina, come Freshfield, Tuckett, Walker, Ball, tra gli altri.
Storia e memoria nei luoghi della Grande Guerra in Lombardia
Il racconto intenso di una guerra in parte solo preparata, in parte combattuta a oltre 3.000 metri di quota. Una narrazione avvincente che si snoda tra documenti di repertorio, scenari di sorprendente bellezza e manufatti storici che si ergono come sentinelle, là dove oggi regna solo il silenzio. Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, il film rende omaggio ai soldati protagonisti di quelle tragiche vicende. E alle montagne, che ne conservano, intatta, la memoria, ricordandoci con discrezione l’immenso valore della pace. Nel centenario della prima guerra mondiale, Teamitalia Videoproduzioni, con la consulenza storico - scientifica del Museo della Guerra Bianca in Adamello di Temù, sigla un documentario che ripercorre i tempi, i luoghi e le emozioni della Guerra Bianca, dando corpo a un prodotto dal significativo valore culturale e artistico. Guerra Bianca Storia e memoria nei luoghi della Grande Guerra in Lombardia
La fortezza spagnola del 1603 di proprietà della Provincia di Lecco
ha sfondato il tetto dei settemila visitatori annui a un mese dalla chiusura
Il Forte che prende il nome dal Conte di Fuentes, Pedro Enriquez de Acevedo, ha conosciuto nel 2017 una ulteriore, importante, crescita che testimonia il costante apprezzamento da parte di turisti italiani e stranieri. Per la prima volta il Forte ha raggiunto i 7000 visitatori, mille in più dello scorso anno, a un mese di distanza dalla chiusura, prevista per il 5 novembre. Da 6060 visitatori di tutto il 2016 (da marzo a novembre) a 7000 tondi del 2017 (fino al 30 settembre). Il che rappresenta un risultato eccezionale per questa fortezza del XVII Secolo, raro esempio di architettura militare spagnola ancora “leggibile” e non modificata, sostanzialmente, dal 1603.
Opuscolo fotografico composto da una settantina di immagini d’epoca, realizzato in concomitanza dell’omonima mostra "A ferro e fuoco - Il bombardamento di Ponte di Legno, 27 settembre 1917" allestita presso la sala delle esposizioni temporanee del Museo della Guerra Bianca in Adamello nei mesi di luglio-dicembre 2017.
Con questa mostra e pubblicazione il Museo ha voluto ricordare il centenario dei tragici eventi che hanno visto come sfortunata protagonista la comunità di Ponte di Legno, un paese alpino dell’Alta Valle Camonica, in provincia di Brescia, durante la Grande Guerra situato a ridosso delle prime linee del fronte Tonale-Adamello.
Il bombardamento di Ponte di Legno. 27 Settembre 1917
Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS).
Opuscolo fotografico composto da una settantina di immagini d’epoca, realizzato in concomitanza dell’omonima mostra "A ferro e fuoco - Il bombardamento di Ponte di Legno, 27 settembre 1917" allestita presso la sala delle esposizioni temporanee del Museo della Guerra Bianca in Adamello nei mesi di luglio-dicembre 2017.
Con questa mostra e pubblicazione il Museo ha voluto ricordare il centenario dei tragici eventi che hanno visto come sfortunata protagonista la comunità di Ponte di Legno, un paese alpino dell’Alta Valle Camonica, in provincia di Brescia, durante la Grande Guerra situato a ridosso delle prime linee del fronte Tonale-Adamello.
Il volume, edito dal Museo della Guerra Bianca in Adamello a cura di Mauro Ezio Cavalleri, Walter Belotti e John Ceruti, oltre a racchiudere la toccante testimonianza dell’alpino Amerigo Maroni sulle vicissitudini che lo hanno coinvolto in prima persona nei giorni della ritirata sul massiccio del Grappa e nell’intero anno di prigionia in Austria, è arricchito da 173 immagini nonché da diversi capitoli in appendice, box e note di approfondimento e contestualizzazione, tra cui lo stralcio del Diario Storico Militare del Battaglione Valcamonica (periodo 1-26 novembre 1917) e le coinvolgenti testimonianze di altri due alpini commilitoni dello stesso Amerigo Maroni nella 252ª Compagnia: Eugenio Defendente Donati di Ponte di Legno (BS) e Antonio Giuseppe Fantoni di Rovetta (BG).
1917-1918 Il ripiegamento al Grappa e la prigionia in Austria nelle memorie di un alpino dalignese del battaglione Valcamonica
Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).
Ancora dopo cento anni dalla Prima Guerra Mondiale una nuova testimonianza infrange il muro del silenzio e si unisce alle ritrovate voci di un coro che la costruzione del mito della “Vittoria” aveva per troppi decenni soffocato. Sono le voci dei prigionieri di guerra italiani, riemerse dalla polvere di vecchi archivi, cantine e soffitte a ricordarci i risvolti ancora poco noti di una guerra vissuta al termine della battaglia, lontana dal fronte guerreggiato ma in casa del “nemico” e per questo non meno sofferta né priva di epiloghi luttuosi. Quella racchiusa in Quando il buon Dio volle… è la testimonianza dell’alpino Amerigo Maroni, un muratore originario di Villa d’Allegno, nelle montagne bresciane, caporale maggiore nella 252ª Compagnia del Battaglione Valcamonica. Anch’egli, infatti, come tanti altri reduci, nei mesi successivi alla conclusione del conflitto ha affidato alle pagine di un quaderno i ricordi per lui più significativi della propria parentesi militare, nel suo caso focalizzati sul momento più difficile: la prigionia. Un quaderno – rinvenuto da un pronipote in un baule nella soffitta della casa avita – composto di cento pagine interamente manoscritte, nelle quali Amerigo Maroni, in uno stile narrativo tipico di chi poté beneficiare della sola istruzione di scuola elementare, ha trasposto in forma quasi diaristica le vicissitudini che hanno caratterizzato i convulsi giorni del novembre 1917 con Il ripiegamento dal Lagorai al massiccio del Grappa, la cattura in battaglia sul monte Fontana Secca e l’intero anno di prigionia nelle mani degli austro-ungarici. Sono pagine in cui il freddo e la fame, le speranze e le disillusioni, i sotterfugi per sopravvivere e la gioia di piccole conquiste, le paure e la struggente malinconia per la famiglia lontana e dalla quale non si ricevono notizie per mesi, l’impotenza di fronte alla sofferenza e all’ecatombe dei compagni di sventura costituiscono il tema portante che accompagna la narrazione delle esperienze vissute in prima persona, scritte senza alcuna pretesa se non quella che lo stesso Amerigo Maroni ha, con commovente umiltà, precisato in chiusura del memoriale:
“Qui finisco le mie memorie, domandando scusa ed un begnigno compatimento à chi Leggerà questo mio manoscritto. In esso non vi è nulla di pregievole, ma fu solo per ricordo dei miei tristi giorni di prigionia. Questo manoscritto contiene la pura verità di ciò che mi è accaduto e veduto coi miei propri occhi. Nessuna voglia avevo di scrivere delle mensogne, ne di scrivere prodesse che non avevo ne compiuto ne visto. Scrissi solo i principali avvenimenti, perché se volessi narrare tutto mi ci vorrebbe di scrivere molto di più e la mia istruzione non è sufficiente per spiegare bene ogni cosa, ed il caro lettore sarà tanto buono e gentile di perdonare ogni errore che può trovare nel mio misero manoscritto.” [Amerigo Maroni]
Il volume, oltre all’importante apporto iconografico costituito da 173 immagini, 142 delle quali d’epoca, è arricchito con diversi capitoli in appendice, box e note di approfondimento e contestualizzazione, con lo stralcio del Diario Storico Militare del Battaglione Valcamonica (periodo 1-26 novembre 1917) e con le toccanti testimonianze di altri due alpini commilitoni di Amerigo Maroni nella 252ª Compagnia: Eugenio Defendente Donati di Ponte di Legno (BS) e Antonio Giuseppe Fantoni di Rovetta (BG).
pag. 7 | Ringraziamenti |
pag. 9 | Premessa |
pag. 13 | Introduzione |
pag. 21 | Avvertenze |
pag. 22 | Referenze iconografiche) |
pag. 23 | La variante del nome Americo - Amerigo |
pag. 25 | Amerigo Maroni |
PARTE PRIMA;
pag. 37 | Annotazioni di date memorabili |
pag. 43 | Ritirata |
APPENDICE 1:
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SECONDA PARTE;
pag. 103 | )(Prigionia)( |
pag. 115 | Soggiorno a St. Vittorio (Veneto). [Soggiorno a Vittorio Veneto] |
pag. 128 | Soggiorno a Braùnaù a inn ob. ost.Soggiorno a St. Vittorio (Veneto). [Soggiorno a Braunau am Inn - Oberösterreich] |
APPENDICE 2:
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Pag. 243 | Bibliografia | ||||||||||||
Pag. 247 | Indice | ||||||||||||
Pag. 249 | Il Museo della Guerra Bianca in Adamello |
Presso la Sede ANA Bergamo - Via Vittorio Gasparini,n° 30
ingresso gratuito
Venerdì 7 aprile ore 20,45 Sede ANA Bergamo - Via Vittorio Gasparini,n° 30 Bergamo Il curatore Paolo Marini presenta il libro edito dal Museo della Guerra Bianca in Adamello
Le vicende narrate dall’autore, Alberto Cavaciocchi, comandante della 5a divisione di fanteria posizionata sul fronte lombardo della Grande Guerra, costituiscono gli episodi più emblematici della “Guerra Bianca”. Questa guerra atipica, mai prima combattuta a tali altezze, richiedeva nuove regole, nuove tattiche che gli eserciti non avevano mai applicate prima, dotandosi quindi di strumenti bellici e logistici innovativi.
Tuttavia il suo significato più umano e profondo va oltre l’aspetto militare. Esso affonda le proprie radici nello spirito e nel sacrificio degli uomini che quella guerra hanno combattuta in condizioni a volte spaventose, affrontando un nemico comune spesso molto più pericoloso delle pallottole e delle granate avversarie: riuscire cioè a sopravvivere con temperature polari fino ad oltre 35 gradi sottozero, con le valanghe che seppellivano interi reparti in marcia verso le posizioni più elevate, ove gli uomini erano costretti per lunghi periodi in condizioni igieniche e sanitarie oggi inimmaginabili. E’ a questo sacrificio che questo testo intende ispirarsi, come testimoniato dalle parole del suo autore nell’encomio alle truppe del 20 maggio 1916.
Illustrato con oltre 190 foto d’epoca in parte inedite.