Evento speciale per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia

Evento Speciale

Evento speciale per il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia

Esattamente cento anni orsono, la notte del 23 maggio segnò l’inizio della Grande Guerra sul fronte italiano. In un istante vennero tragicamente sconvolti i destini dell’intera popolazione italiana. In memoria di quegli eventi al termine della sessione dedicata al tiro notturno, sabato 23 maggio a partire dalle ore 22,30 sarà realizzato un evento mediatico di alto significato commemorativo, articolato come segue:

Ambientazione al buio, illuminazione data solo da fiaccole antivento, presenza del gruppo musicale i “selvaggiband” di Lodrino

  • introduzione a questo momento (presenza e saluto delle autorità)
  • inquadramento storico del momento, in cui il mondo era già in guerra, con lettura di stralci dell’ultimatum alla Serbia e la dichiarazione di guerra dell’Austria
  • stacco musicale
  • inquadramento storico, con lettura della sintesi del “sentire popolare” dai testi di ricerca di Mauro Pellegrini inerenti la popolazione bresciana in relazione alla possibile entrata in guerra dell’Italia
  • il punto di vista di un futuro soldato: lettura delle riflessioni (scritte nella primavera 1915) di Arnaldo Berni in vista della guerra
  • stacco musicale
  • l’attesa: testimonianze di soldati richiamati alle armi inviati ai centri di mobilitazione (letture di lettere spedite prima della dichiarazione di guerra – riportate in “Mondo popolare in Lombardia” e in “Isonzo infame”
  • stacco musicale
  • la guerra: lettura della Dichiarazione di guerra dell’Italia a cui segue la lettura della risposta di Franz Josef

Mentre vengono lette la dichiarazione di guerra e il proclama di Franz Josef vengono progressivamente spente quasi tutte le fiaccole, al termine della lettura sarà esattamente la mezzanotte.
Dopo qualche secondo dal termine del proclama dell’imperatore Franz Josef seguirà un breve momento emozionale, il cui significato è quello di ricordare la "scintilla" che scatenò il finimondo.

Un volta tornato il silenzio si da lettura del testamento morale di Gianmaria Bonaldi, combattente dell’Adamello e che è stato recepito dal Museo quale monito contro ogni guerra:

"... i morti è meglio che non vedano
quel che son capaci di fare i vivi e
la strada storta che sta prendendo il mondo,
... è meglio che non si accorgano nemmeno
che noi siamo diventati così poveri e
tanto miseri che non siamo capaci
di volerci bene ...... no, è meglio che i morti
stiano nella neve e nel ghiaccio
e che non sappiano di noi, altrimenti
potrebbero pensare di essere morti invano
ed allora si sentirebbero ancora più soli... "



Al termine piccolo rinfresco


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