• Recupero TreseroRecupero Tresero
  • Baracca nella neveBaracca nella neve
  • Recupero nella nebbiaRecupero nella nebbia

Bookshop

Il Museo della Guerra Bianca in Adamello mette a disposizione dei propri utenti un servizio libreria con ordinazione on-line dove reperire libri, materiali multimediali e altri oggetti relativi alla Guerra Bianca, al suo territorio ed al suo contesto storico, paesaggistico ed ambientale.

Le pubblicazioni proposte, alcune realizzate in proprio dal Museo, sono spesso difficili da reperire altrove, salvo presso alcune librerie specializzate.

LE POSIZIONI ALTISSIME NEL GRUPPO DELL’ORTLER 1915 – 1917

Cenni sulle occupazioni e sulle sistemazioni di alta montagnaLe posizioni altissime nel gruppo dell’Ortler 1915 – 1917

  • titolo: Le posizioni altissime nel gruppo dell’Ortler 1915 – 1917
  • sottotitolo: Cenni sulle occupazioni e sulle sistemazioni di alta montagna
  • autore: Lorenzo Barco
  • curatore: Paolo Marini
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2021 (prima edizione)
  • pagine: 180
  • formato: mm 210 x 297 x 14
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì
  • peso: 973 g
  • ISBN: 978-88-942761-4-5

 

Prezzo: euro 28,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

Il testo completo del generale Lorenzo Barco, all’epoca dei fatti comandante del Sottosettore Valtellina, tra il Passo dello Stelvio e il Corno dei Tre Signori, viene riportato alla luce dagli archivi proprio in occasione del centenario della Grande Guerra. Contrariamente ad altri documenti simili, esso non tratta argomenti propriamente bellici, non descrive battaglie od operazioni militari, ma è una testimonianza inedita delle nuove regole imposte in questo tratto del fronte sotto il profilo logistico.

Fu la Guerra Bianca, combattuta ad altezze superiori ai 3500 metri in condizioni ambientali estreme, a imporre queste nuove regole, mai prima applicate da un esercito combattente. Vengono qui descritte le modalità di occupazione permanente di altissime quote, lo studio degli itinerari di ascesa, il trasporto dei materiali necessari per vivere e per combattere; in sostanza la vita cui furono costretti centinaia di uomini per oltre tre anni.

Ma il pregio maggiore dell’opera è probabilmente quello di unire alle parole le immagini di oltre cento fotografie scattate all’epoca dei fatti da parte di alcuni Ufficiali distaccati in alta Val Zebrù.

Indice generale
 
Presentazione – pag. 7
Premessa – pag. 9
CAPITOLO I: La guerra in alta Valtellina – pag. 11
CAPITOLO II: I documenti del generale Barco – pag. 23
La monografia – pag. 27
L’album fotografico – pag. 67
Appendice – pag. 167
Bibliografia – pag. 179
  • La breve guerra dell’alfiere austroungarico Ogrisegautori: Kriegstagebuch Von Egon Ogriseg
  • titolo: La breve guerra dell’alfiere austroungarico Ogriseg. 3 Marzo – 6 Giugno 1916 Strafexpedition
  • curatori: AA.VV.
  • editore: Edizioni D. & C. Povinelli
  • luogo: Pinzolo (TN))
  • anno: 2002
  • pagine: 268
  • formato: cm 21 x 29,7
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: cartonato con rivestimento e sovracoperta con alette
  • illustrazioni: si (257 illustrazioni)
  • peso: circa 1,6 kg

Prezzo: euro 50,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

 

Descrizione:

Questo giovane allievo ufficiale austriaco rispecchia lo spirito che, specie all’inizio della Grande Guerra, animava i vari eserciti contendenti.

Anche se quei giovani venivano strappati dai loro affetti e dalle loro attività, i soldati, soprattutto le giovani reclute potevano sentirsi spinte verso il nuovo, verso possibili radicali mutamenti a livello internazionale che avrebbero favorito la propria Patria.

Egon Ogriseg, il giovane cadetto austriaco, di cui si parla, apparteneva a quell’Armata imperiale austro-ungarica, dove gli Austriaci erano una minoranza. Si sentiva quindi, come austriaco, maggiormente convinto ed animato a compiere per il Kaiser ed il vasto Impero, di cui si sentiva orgogliosamente suddito, il proprio dovere anche in modo eroico. Come tutti i soldati in tempo di guerra, lontani dalle proprie famiglie e dalle comunità di appartenenza, anche Egon ha momenti, in cui prevalgono nostalgia e tristezza.

Ma sono momenti passeggeri!

La certezza di poter un giorno ritornare nella sua Stiria, con l’orgoglio e l’entusiasmo di aver fatto pienamente il suo dovere e di poter rivedere tutto il mondo a lui caro, che anche egli ha contribuito a difendere, gli permettono di mantenere saldamente il suo impegno di soldato e di patriota convinto. Si, perché prima di tutto, prima di godere al pensiero del ritorno, è nella sua Patria che crede fermamente e nel contempo nella vittoria finale che sente sempre vicina e che una Patria così da lui tanto amata e rispettata, gli deve assicurare.

Ogriseg vive continuamente nel presente, superando ogni disagio ed ogni sacrificio che la guerra gli procura ogni giorno, certo con i disagi e i sacrifici sopportati con i commilitoni, si sarebbe raggiunta sicuramente la sospirata vittoria.

Così erano animati molti combattenti dei vari eserciti contendenti.

L’educazione familiare, la scuola, la propaganda, e tante altre singole o personali situazioni avevano formato dei giovani pronti anche a morire, se questo fosse stato loro richiesto. Visitando i Cimiteri Militari, si rimane sempre profondamente colpiti, soprattutto quando si nota la giovane età di molti Caduti.

Vite stroncate nel fiore degli anni, sogni e progetti svaniti, mamme, spose, fidanzate avvolte nel profondo incolmabile dolore, orfani indifesi.

Cosa ci direbbero oggi quei giovani lì sepolti, se ci potessero parlare?

Se si pensa poi ai Caduti che hanno potuto avere la pietà di una sepoltura e che sono morti senza una parola di conforto!

Egon ed il suo mondo di allora ci sembrano istintivamente lontani.

Questa pregevole pubblicazione con la storia del cadetto Egon Ogriseg ci deve far riflettere.

Le tristi vicende dei Caduti e delle Vittime civili della guerra ci devono convincere sull’importanza e la necessità di testimoniare e di difendere ogni giorno la Pace.

Indice generale dell’opera

pag. 6 Introduzione (del Vice Console On. Mario Eichta)
pag. 9 Presentazione (di Vittorio Martinelli)
pag. 23 L’“Offensiva di Primavera” – “Strafexpedition” Cenni (di Vittorio Martinelli)
pag. 78 DIARIO DI EGON OGRISEG Alfiere Imperial Regio
pag. 79 Nota del traduttore in lingua tedesca (di Giacomo F. Maturi)
pag. 216 Note al diario (di Vittorio Martinelli, Siro Offelli e Mario Eichta)
pag. 244 bibliografia essenziale sulla Strafexpedition
pag. 245 Appendice – Comando 1a Armata – Ufficio Informazioni – Monografia N. 2 Altopiano di Lavarone e Luserna pag.
pag. 246 Ringraziamenti
pag. 265 Referenze fotografiche – Fonti dei documenti
pag. 267 Sommario
Sabato, 17 Ottobre 2020 18:38

Le testimonianze della Grande Guerra

  • Le testimonianze della Grande Guerraautore: Walter Belotti
  • titolo: Le testimonianze della Grande Guerra nel settore bresciano del Parco Nazionale dello Stelvio
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù (BS)
  • anno: 2001
  • pagine: 136
  • formato: cm 21 x 29,7
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: si
  • peso: 600 g

Prezzo: euro 8,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

 

Descrizione:

Le vallate alpine presentano caratteri esclusivi che, nella varietà dei paesaggi, le ricchezze naturalistiche, la tipologia degli insediamenti e l’identità culturale dei residenti, le distinguono tra loro in modo evidente. E in ogni valle vi sono persone che meglio di altre sanno conoscere, capire e poi divulgare i caratteri delle loro montagne. Vi è tra esse una propensione innata, una passione forte per il territorio in cui vivono e indagano attraverso sopralluoghi, ricerche, escursioni, condotte in ogni stagione dell’anno. Ritengo in questo modo vada inquadrata la figura di Walter Belotti, cultore appassionato dell’Alta Valcamonica. Ebbi inizialmente occasione di leggere un suo lavoro”Malghe e alpeggi” che fu pubblicato a Milano nel 1989, un vero e proprio inventario di queste strutture contadine nei comuni, compresi tra Edolo e Ponte di Legno. Successivamente, ho potuto approfondire questi temi, a me particolarmente cari, nelle monografie dedicate alla Val Grande, alla Val Canè, alle valli di Viso e delle Messi. Sono le valli camune del settore lombardo del Parco Nazionale dello Stelvio di cui l’autore ci presenta qui il ricco apparato storico-architettonico, a memoria della Grande Guerra.

La materia è trattata organicamente ed è ben inquadrata nella sua distribuzione territoriale e nelle tipologie costruttive e vengono illustrati alcuni manufatti oggetto di opere recenti di recupero e restauro. Basta sfogliare queste pagine e mettersi in cammino lungo i tre itinerari proposti da Belotti per scoprire il mosaico delle fortificazioni, l’estensione delle trincee, i paesaggi splenditi che si susseguono accostandosi alle cime. Vecchie fotografie un po’ tormentate e immagini recenti accompagnano la lettura e spesso “parlano” esse stesse: significativa e direi simbolica di questa terra l’istantanea della genzianella bavarese che sbuca tra il filo spinato della guerra. La rinnovata gestione dello “Stelvio” accoglie con entusiasmo questa iniziativa nella collana delle “Monografie del Parco”, mirate alla valorizzazione e alla promozione dell’area tutelata e si rivolge principalmente alle nuove generazioni, affinché rispettino e prendano a cuore queste grandi testimonianze, segno ancora tangibile di imprese eroiche, un vero orgoglio della montagna lombarda.

Stefano Zazzi
Presidente Comitato Lombardo
Parco Nazionale dello Stelvio

Indice generale dell’opera

pag. 5 Presentazione
pag. 7 INQUADRAMENTO STORICO
pag. 23 L’ARCHITETTURA MILITARE
pag. 93 L’ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA
pag. 107 I SITI RISTRUTTURATI
pag. 113 LA DISTRIBUZIONE SUL TERRITORIO
pag. 130 Cartina
pag. 132 Appendice
pag. 135 Bibliografia

Volume 1 e 2

I cimiteri militari della Guerra Bianca sul fronte dell’Adamello

  • titolo: I cimiteri militari della Guerra Bianca sul fronte dell’Adamello
  • sottotitolo: Volume 1 e 2
  • autori: Walter Belotti, Mauro Ezio Cavalleri, Amerigo Pedrotti, Massimo Peloia
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2020 (prima edizione)
  • pagine: 904 (488 Vol. 1; 416 Vol. 2)
  • formato: cm 16,5 x 24
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì (467 immagini, di queste 406 d’epoca e 61 attuali, oltre alla riproduzione di piantine, disegni e documenti)
  • peso: 2,8 kg circa
  • ISBN: 978-88-942761-2-1

 

Prezzo: euro 40,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

“…andiamo in Val Camonica”, “…andiamo in villeggiatura” erano espressioni scherzose che ricorrevano tra i soldati italiani inviati sul fronte Camuno della Grande Guerra. Non certo per mancanza di rispetto dei luoghi, che, in realtà, incutevano paura per il freddo, per le valanghe, per le rocce strapiombanti, ma perché il fronte d’alta quota dava loro maggior garanzia di sopravvivenza, specialmente se confrontato con le cruentissime battaglie degli altipiani e le sterminate carneficine del Carso. Certo, le stime parlavano chiaro, ma realmente nessuno prima d’ora aveva affrontato in modo sistematico la ricerca del numero di quanti realmente furono i caduti della Grande Guerra nel settore Camuno.

Grazie alla instancabile voglia di sapere e, soprattutto, di riportare alla luce frammenti più o meno grandi della storia che da sempre caratterizza i membri della nostra Associazione, non solo è stata completata la conta dei “numeri” dei caduti (di per sé totalmente sterili) ma, grazie a meticolose ed estenuanti ricerche in decine di archivi pubblici e privati, sono stati trovati i nomi di quasi tutti questi caduti, sono stati trovati i luoghi delle loro sepolture, molti dei loro volti, molte vicende personali che portarono alla loro morte.

Protagonisti di questo immenso lavoro di ricerca e di verifica tra le diverse fonti sono Walter Belotti, presidente del Museo e amico di lunga data, i preparatissimi soci Mauro Ezio Cavalleri e Amerigo Pedrotti e l’instancabile Massimo Peloia che hanno dedicato quasi tre anni di costante lavoro per regalare a tutti noi, oggi, questo corposo libro in due volumi.

In un tempo particolarmente difficile per tutti noi (per i posteri scriviamo che dall’inizio dell’anno l’Italia, l’Europa e il mondo intero hanno vissuto e vivono la tragica emergenza sanitaria provocata dalla pandemia da COVID-19) le già cronicamente scarse risorse economiche a disposizione delle istituzioni culturali sono state ulteriormente ridotte dalla crisi economica, pertanto la pubblicazione di questo libro è realmente uno sforzo immenso per il Museo della Guerra Bianca in Adamello, ma sono convinto che non si potesse più attendere nel divulgare questa ricerca.

Nel volume sono descritti con dovizia di particolari i cimiteri militari (o civili con sezioni militari) della Valle Camonica che ospitarono i caduti italiani e austriaci del fronte dell’Adamello. Di tali cimiteri è riportata la storia dalla costruzione alla loro dismissione, la disposizione dei caduti e le successive esumazioni. La maggior parte di questi cimiteri è nel tempo scomparsa a seguito del riutilizzo dei terreni, di altri sono evidenziate le lievi tracce rimaste, altri li possiamo ancora vedere quasi nella loro forma originaria. Oltre a restituire la storia dei luoghi e dei soldati ivi sepolti, elemento di grande valore nel volume è l’apparato iconografico di schemi e fotografie d’epoca, per lo più inedite, dei cimiteri con i loro semplici dettagli architettonici, delle croci, degli uomini caduti o in mesto ricordo di compagni scomparsi.

Tra le tante fotografie mi piace evidenziare quella del portale d’ingresso di uno dei cimiteri militari di Ponte di Legno, quello sito in località Sumanì, sul cui architrave è posta un’iscrizione recante un verso tratto da “Dei Sepolcri” di Ugo Foscolo: 

«A egregie cose il forte animo accendono’urne dei forti».

A egregie cose il forte animo accendono
L’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella
E santa fanno al peregrin la terra
Che le ricetta.

È risaputo che con questo carme Foscolo voleva, tra i vari richiami alla realtà di quell’epoca, elevare il semplice e antico rito della sepoltura a una memoria perenne e indelebile del sepolto, non solo come tomba sulla quale poter pregare o piangere, ma anche come luogo sacro a rendere eterne le gesta di colui che giaceva sotto terra.

Grazie alla ricerca svolta sono stati identificati ben 2.296 soldati e operai militarizzati caduti sulle montagne della Valle Camonica: il doppio di quelli che le stime sinora fatte avevano indicato. E 2.296 non è solo un numero: sono altrettante singole storie di uomini, moltissimi dei quali molto giovani, travolti dal turbine della guerra e che, accomunati nella morte, questo lavoro ricorda uno per uno. In qualche misura anche questo libro ha il medesimo nobile scopo indicato dal Foscolo: dare eterna memoria a quei morti e a quei luoghi sacri di cui oggi, per lo più, resta poco o nulla di visibile. Questo è lo spirito che da sempre anima l’attività del Museo della Guerra Bianca e anche la sua attuale collocazione, forse, è frutto di un particolare gioco del destino: il Museo sorge infatti sul terreno dove era stato realizzato il cimitero militare di Temù, definendo così un legame strettissimo tra allora e oggi per garantire la memoria di quei tragici eventi.

Gli autori di questo libro dunque, oltre a realizzare un punto fermo nella ricerca storiografica sulla Grande Guerra in Valle Camonica, ci mandano un messaggio importante attraverso il quale guardare i luoghi descritti con gli occhi del tempo per comprendere la profonda necessità di ricordarli e rispettarli al pari di ogni uomo che lì vi fu sepolto.

 

Indice generale dell’opera
VOLUME 1
pag. 7 Ringraziamenti
pag. 11 Indice generale
pag. 17 Prefazione
pag. 21 Introduzione
pag. 23 Avvertenze
pag. 25 Referenze iconografiche
CAPITOLO 1
pag. 29 Evoluzione delle sepolture militari a ridosso e nelle retrovie del fronte di Valle Camonica
appendice al capitolo 1
pag. 67 - La Società di Solferino e San Martino
pag. 73 - Il cappellano militare don Antonio Aimale
pag. 80 - I regolamenti per il trasporto gratuito delle salme dei caduti
CAPITOLO 2
pag. 87 Il cimitero militare di Conca Serodine
appendice al capitolo 2
pag. 97 - Il sottotenente Luciano Albertoletti
pag. 99 - Il tenente cappellano don Giuseppe Canova. Tre anni con gli alpini del Battaglione Valcamonica
pag. 106 - La Lawine Expedition. L’attacco austro-ungarico del 13 giugno 1918 al Passo del Tonale
pag. 130 - Le medaglie concesse ai caduti di Cima Cadì
pag. 133 - I militari austro-ungarici sepolti a Conca Serodine
pag. 134 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Conca Serodine
CAPITOLO 3
pag. 137 Il cimitero militare di Passo del Tonale (Faita)
appendice al capitolo 3
pag. 144 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Passo del Tonale (Faita)
CAPITOLO 4
pag. 147 I cimiteri militari di Ponte di Legno
appendice al capitolo 4
pag. 185 - Padre Reginaldo Giuliani e le due cappelle costruite a ridosso delle prime linee del Tonale dai fanti
del 55° Reggimento
pag. 203 - La tragedia del Battaglione Pallanza
pag. 220 - Il sergente Ernesto Taborelli, un comasco illustre
pag. 222 - I condannati alla fucilazione
pag. 231 - La lapide dell’8° Reggimento Fanteria nel cimitero civile di Ponte di Legno
pag. 237 - Una singolare intitolazione di “piazza”
pag. 240 - Elenco dei caduti sepolti nei cimiteri di Ponte di Legno
CAPITOLO 5
pag. 267 I cimiteri militari di Pezzo
appendice al capitolo 5
pag. 283 - La fucilazione del caporale Antonio Bellotti
pag. 288 - Elenco dei caduti sepolti nei cimiteri di Pezzo
CAPITOLO 6
pag. 295 Il cimitero militare di Case di Viso
appendice al capitolo 6
pag. 313 - Il tenente Luigi Ferraris
pag. 317 - Il tenente Pier Giacinto Paribelli
pag. 321 - La chiesetta di Case di Viso
pag. 326 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Case di Viso
CAPITOLO 7
pag. 331 Il cimitero militare di Temù
appendice al capitolo 7
pag. 331 - Malga Caldea, 8 marzo 1916: dal “Taci tu, capraio” alla sciagura della valanga
pag. 353 - L’avventuroso “furto” della salma del sottotenente Angelo Ferrari
pag. 374 - I fratelli Natale (Nino) e Attilio Calvi
pag. 388 - Scherzi di guerra: il lugubre canto di benvenuto
pag. 390 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Temù
CAPITOLO 8
pag. 399 Il cimitero militare di Val d’Avio
appendice al capitolo 9
pag. 433 - Arte e fede della Guerra Bianca. La speciale storia di una chiesetta ai piedi dell’Adamello
pag. 471 - Il tenente d’artiglieria Effisio Vasconi
pag. 478 - Precisazioni sui nomi dei nove soldati morti sotto la valanga di Malga Lavedole
pag. 480 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Val d’Avio
VOLUME 2
CAPITOLO 9
pag. 495 I cimiteri militari di Stadolina
appendice al capitolo 9
pag. 507 - La grande pandemia influenzale. Il mondo nella morsa della “spagnola”: una strage nella strage
pag. 518 - Don Domenico Bellavita, il cappellano militare dell’Ospedaletto di Stadolina: vittima della
“spagnola”
pag. 522 - Elenco dei caduti sepolti nei cimiteri di Stadolina
CAPITOLO 10
pag. 529 Le sepolture militari nel cimitero civile di Edolo
appendice al capitolo 10
pag. 553 - La guerra vissuta dalle suore di Maria Bambina
pag. 557 - Note biografiche sul maggiore medico Lodovico Castelnovi
pag. 563 - I Chasseurs alpins a Edolo
pag. 566 - I “dimenticati” del cimitero di Monno
pag. 568 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Edolo
CAPITOLO 11
pag. 607 Le sepolture nel cimitero civile di Malonno
appendice al capitolo 11
pag. 615 - San Riccardo Pampuri, sergente di Sanità a Malonno
pag. 618 - Elenco dei caduti sepolti nei cimiteri di Malonno e del soldato sepolto a Sonico
CAPITOLO 12
pag. 621 Le sepolture militari nei cimiteri civili di Cedegolo e di Grevo
appendice al capitolo 12
pag. 647 - Da Cedegolo al Lago d’Arno: testimonianze di un sistema di trasporto atipico
pag. 655 - Elenco dei caduti sepolti nei cimiteri civili di Cedegolo e di Grevo
CAPITOLO 13
pag. 665 Il cimitero militare di Isola
appendice al capitolo 13
pag. 681 - Il fallito tentativo di sabotaggio agli impianti idroelettrici del Lago d’Arno
pag. 687 - La Caserma Campellio e la tragica valanga del 3 aprile 1916
pag. 699 - Dinamiche di quattro luttuosi infortuni in Alta Valsaviore
pag. 708 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare di Isola
CAPITOLO 14
pag. 717 I militari sepolti nei cimiteri civili della media e bassa Valle Camonica:
Capo di Ponte - Niardo - Breno - Esine - Darfo - Pisogne
appendice al capitolo 14
pag. 754 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Capo di Ponte
pag. 754 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Niardo
pag. 758 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Breno
pag. 762 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Esine
pag. 762 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Darfo
pag. 764 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero civile di Pisogne
CAPITOLO 15
pag. 769 Il cimitero militare del Mandrone
appendice al capitolo 15
pag. 782 - Elenco dei caduti sepolti nel cimitero militare del Mandrone
CAPITOLO 16
pag. 785 I cimiteri militari austro-ungarici sul versante trentino del Tonale
CAPITOLO 17
pag. 809 I caduti senza sepoltura in alta montagna. Rinvenimenti e recuperi dal primo dopoguerra a oggi
appendice al capitolo 17
pag. 845 - Il capitano Carlo Svampa
pag. 848 - Elenco dei caduti con sepoltura ignota e tombe sparse
CAPITOLO 18
pag. 857 Il Sacrario Militare al Passo del Tonale
appendice al capitolo 18
pag. 863 - “Noi avremmo preferito che i Morti non si fossero più toccati”.
La struggente riflessione di un ex combattente dell’Adamello sulle dismissioni dei cimiteri di guerra
pag. 891 - Bibliografia
pag. 897 - Il Museo della Guerra Bianca in Adamello
Giovedì, 10 Agosto 2017 16:17

A FERRO E FUOCO

Il bombardamento di Ponte di Legno. 27 Settembre 1917

A Ferro e Fuoco

  • titolo: A Ferro e Fuoco
  • sottotitolo: Il bombardamento di Ponte di Legno. 27 Settembre 1917
  • curatore: Walter Belotti e John Ceruti
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2017 (prima edizione)
  • pagine: 40
  • formato: cm 21 x 29,7
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: cartoncino semirigido
  • illustrazioni: sì (70 fotografie d’epoca)
  • peso: 230 grammi
  • ISBN: 978-88-942761-0-7

 

Prezzo: euro 5,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS).

Descrizione:

Opuscolo fotografico composto da una settantina di immagini d’epoca, realizzato in concomitanza dell’omonima mostra "A ferro e fuoco - Il bombardamento di Ponte di Legno, 27 settembre 1917" allestita presso la sala delle esposizioni temporanee del Museo della Guerra Bianca in Adamello nei mesi di luglio-dicembre 2017.

Con questa mostra e pubblicazione il Museo ha voluto ricordare il centenario dei tragici eventi che hanno visto come sfortunata protagonista la comunità di Ponte di Legno, un paese alpino dell’Alta Valle Camonica, in provincia di Brescia, durante la Grande Guerra situato a ridosso delle prime linee del fronte Tonale-Adamello.

Venerdì, 23 Giugno 2017 13:15

Quando il buon Dio volle…

1917-1918 Il ripiegamento al Grappa e la prigionia in Austria nelle memorie di un alpino dalignese del battaglione Valcamonica

Quando il buon Dio volle…

  • titolo: Quando il buon Dio volle…
  • sottotitolo: 1917-1918 Il ripiegamento al Grappa e la prigionia in Austria nelle memorie di un alpino dalignese del battaglione Valcamonica
  • autore: Amerigo Maroni
  • curatore: Mauro Ezio Cavalleri, Walter Belotti e John Ceruti
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2017 (prima edizione)
  • pagine: 256
  • formato: cm 16,5 x 24
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì (173 fotografie, 142 delle quali d’epoca)
  • peso: 832 gr (0,8 kg circa)
  • ISBN: 978-88-904522-6-0
  • carta allegata: Inserita sotto l’aletta la riproduzione, sul fronte, della piantina del campo di prigionia di Braunau am Inn, e, sul retro, la piantina dettagliata del cimitero dello stesso campo
    • formato chiuso: cm 15 x 22; formato aperto: cm 60 x 32
    • carta patinata opaca 100 gr.

 

Prezzo: euro 17,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

Descrizione:

Ancora dopo cento anni dalla Prima Guerra Mondiale una nuova testimonianza infrange il muro del silenzio e si unisce alle ritrovate voci di un coro che la costruzione del mito della “Vittoria” aveva per troppi decenni soffocato. Sono le voci dei prigionieri di guerra italiani, riemerse dalla polvere di vecchi archivi, cantine e soffitte a ricordarci i risvolti ancora poco noti di una guerra vissuta al termine della battaglia, lontana dal fronte guerreggiato ma in casa del “nemico” e per questo non meno sofferta né priva di epiloghi luttuosi. Quella racchiusa in Quando il buon Dio volle… è la testimonianza dell’alpino Amerigo Maroni, un muratore originario di Villa d’Allegno, nelle montagne bresciane, caporale maggiore nella 252ª Compagnia del Battaglione Valcamonica. Anch’egli, infatti, come tanti altri reduci, nei mesi successivi alla conclusione del conflitto ha affidato alle pagine di un quaderno i ricordi per lui più significativi della propria parentesi militare, nel suo caso focalizzati sul momento più difficile: la prigionia. Un quaderno – rinvenuto da un pronipote in un baule nella soffitta della casa avita – composto di cento pagine interamente manoscritte, nelle quali Amerigo Maroni, in uno stile narrativo tipico di chi poté beneficiare della sola istruzione di scuola elementare, ha trasposto in forma quasi diaristica le vicissitudini che hanno caratterizzato i convulsi giorni del novembre 1917 con Il ripiegamento dal Lagorai al massiccio del Grappa, la cattura in battaglia sul monte Fontana Secca e l’intero anno di prigionia nelle mani degli austro-ungarici. Sono pagine in cui il freddo e la fame, le speranze e le disillusioni, i sotterfugi per sopravvivere e la gioia di piccole conquiste, le paure e la struggente malinconia per la famiglia lontana e dalla quale non si ricevono notizie per mesi, l’impotenza di fronte alla sofferenza e all’ecatombe dei compagni di sventura costituiscono il tema portante che accompagna la narrazione delle esperienze vissute in prima persona, scritte senza alcuna pretesa se non quella che lo stesso Amerigo Maroni ha, con commovente umiltà, precisato in chiusura del memoriale:

“Qui finisco le mie memorie, domandando scusa ed un begnigno compatimento à chi Leggerà questo mio manoscritto. In esso non vi è nulla di pregievole, ma fu solo per ricordo dei miei tristi giorni di prigionia. Questo manoscritto contiene la pura verità di ciò che mi è accaduto e veduto coi miei propri occhi. Nessuna voglia avevo di scrivere delle mensogne, ne di scrivere prodesse che non avevo ne compiuto ne visto. Scrissi solo i principali avvenimenti, perché se volessi narrare tutto mi ci vorrebbe di scrivere molto di più e la mia istruzione non è sufficiente per spiegare bene ogni cosa, ed il caro lettore sarà tanto buono e gentile di perdonare ogni errore che può trovare nel mio misero manoscritto.” [Amerigo Maroni]

Il volume, oltre all’importante apporto iconografico costituito da 173 immagini, 142 delle quali d’epoca, è arricchito con diversi capitoli in appendice, box e note di approfondimento e contestualizzazione, con lo stralcio del Diario Storico Militare del Battaglione Valcamonica (periodo 1-26 novembre 1917) e con le toccanti testimonianze di altri due alpini commilitoni di Amerigo Maroni nella 252ª Compagnia: Eugenio Defendente Donati di Ponte di Legno (BS) e Antonio Giuseppe Fantoni di Rovetta (BG).

Sommario:

pag. 7 Ringraziamenti
pag. 9 Premessa
pag. 13 Introduzione
pag. 21 Avvertenze
pag. 22 Referenze iconografiche)
pag. 23 La variante del nome Americo - Amerigo
pag. 25 Amerigo Maroni

PARTE PRIMA;

pag. 37 Annotazioni di date memorabili
pag. 43 Ritirata

APPENDICE 1:

 
Pag. 69 Il ripiegamento al Grappa e la prima battaglia d’arresto nel Diario Storico del Battaglione Valcamonica (1-26 novembre 1917)
Pag. 89 Il caso di Armido Guerri e il fenomeno dell’autolesionismo nella Grande Guerra
Pag. 92 I proietti a shrapnel
Pag. 94 Chiamavo i morti per soccorrermi, perché i vivi mi facevano paura

SECONDA PARTE;

pag. 103 )(Prigionia)(
pag. 115 Soggiorno a St. Vittorio (Veneto).
[Soggiorno a Vittorio Veneto]
pag. 128 Soggiorno a Braùnaù a inn ob. ost.Soggiorno a St. Vittorio (Veneto).
[Soggiorno a Braunau am Inn - Oberösterreich]

APPENDICE 2:

 
Pag. 161 Le Convenzioni dell’Aia e le normative sui prigionieri di guerra
Pag. 169 Braunau am Inn e i campi per internati civili e prigionieri di guerra
Pag. 180 Pasta-austriaca (Erba) sempre erba e di grazia a trovarne nella gavetta
Testimonianza di un quotidiano supplizio, narrata nella lettera inviata alle sorelle da un reduce della prigionia
Pag. 196 Le normative sulla spedizione dei pacchi ai prigionieri di guerra
Pag. 220 Vittorina Maggioni e l’opera di conforto morale delle “madrine di guerra”
Pag. 229 L’odissea del rimpatrio. Le ultime vicissitudini dei prigionieri italiani liberati
Pag. 243 Bibliografia
Pag. 247 Indice
Pag. 249 Il Museo della Guerra Bianca in Adamello
Martedì, 09 Agosto 2016 12:47

L’impresa dell’Adamello

Stato Maggiore della 5ª divisione di fanteria aprile / maggio 1916

L’impresa

  • titolo: L’impresa dell’Adamello
  • sottotitolo: Stato Maggiore della 5ª divisione di fanteria aprile / maggio 1916
  • autore: Alberto Cavaciocchi
  • curatore: Paolo Marini
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2016 (prima edizione)
  • pagine: 439
  • formato: cm 16,5 x 24
  • carta: patinata opaca 150 grammi
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì (oltre 190 foto d’epoca, in parte inedite)
  • peso: 1,3 kg circa
  • ISBN: 978-88-904522-5-3

 

Prezzo: euro 23,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

Descrizione:

Il volume, curato da Paolo Marini e, per la parte fotografica, da Marco Ghizzoni, John Ceruti e Walter Belotti, è la stampa integrale della relazione e, per la prima volta, di tutti gli allegati tecnici della vasta documentazione prodotta nel 1916 per la preparazione e l’esecuzione delle battaglie della primavera del 1916 condotte sull’Adamello. Il volume è frutto della collaborazione con il Museo del Risorgimento di Milano (che conserva i documenti originali) e del Museo della Guerra Bianca che ha curato la trascrizione integrale dei testi e ha realizzato l’accurata documentazione fotografica con centinaia di immagini d’epoca specificatamente inerenti i fatti d’arme citati nei testi.

Le vicende narrate dall’autore, Alberto Cavaciocchi, comandante della 5ª divisione di fanteria posizionata sul fronte lombardo della Grande Guerra, costituiscono gli episodi più emblematici della Guerra Bianca. Una guerra atipica, lontana dall’immaginario collettivo tramandato fino ai giorni nostri fatto di assalti alla baionetta con molte migliaia di uomini coinvolti. La guerra in montagna, mai prima combattuta a tali altezze, richiedeva nuove regole, nuove tattiche che gli eserciti non avevano mai applicate prima, dotandosi quindi di strumenti bellici e logistici innovativi. Tuttavia il significato più umano e profondo della “Guerra Bianca” va oltre l’aspetto militare. Esso affonda le proprie radici nello spirito e nel sacrificio degli uomini che quella guerra hanno combattuta in condizioni a volte spaventose, affrontando un nemico comune spesso molto più pericoloso delle pallottole e delle granate avversarie: riuscire cioè a sopravvivere con temperature polari fino a oltre 35 gradi sottozero, con le valanghe che seppellivano interi reparti in marcia verso le posizioni più elevate, ove gli uomini erano costretti per lunghi periodi in condizioni igieniche e sanitarie oggi inimmaginabili. È a questo sacrificio che questo testo intende ispirarsi, come testimoniato dalle paroledel suo autore nell’encomio alle truppe del 20 maggio 1916.

[…] un mesto e reverente saluto rivolgo a quelli che il piombo nemico seppe scegliere tra i migliori e che suggellarono col sacrificio della vita l’epica impresa. Nel piccolo cimitero che ne conserva le spoglie mortali ho ordinato sia posta la seguente epigrafe:

“A MEMORIA DEI PRODI CHE DAL RIFUGIO GARIBALDI, CON ARDIMENTO DEGNO DI TANTO NOME, ATTRAVERSO LE GELIDE VEDRETTE BIANCHE SOTTO L’ADAMELLO, MOSSERO INCONTRO ALLA VITTORIA E ALLA MORTE, RECANDO NELL’ANIMO INVITTO IL SACRO FUOCO DELL’AMORE DI UNA PATRIA PIU’ GRANDE”

L’autore:

Il generale Alberto Cavaciocchi (Torino, 1862 - 1925) riveste certamente un ruolo determinante nelle operazioni militari che videro protagonisti gli Alpini sui ghiacciai dell’Adamello nella primavera del 1916.

Nella prima parte della sua carriera militare egli ricopre ruoli con responsabilità storico/accademico presso la Scuola di Guerra e l’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.

Torna a coprire incarichi operativi già nella guerra di Libia (dove viene decorato di Medaglia d’Argento); vive il periodo di maggiore successo al comando delle truppe alpine della 5ª divisione in Valtellina e Valcamonica, promuovendo le azioni descritte in questo volume, anche grazie al contributo dei numerosi Ufficiali che lo coadiuvarono in questo nuovo modo di combattere in alta montagna, dovendo superare difficoltà mai prima sperimentate da un esercito combattente.

Conclude la sua carriera operativa sul fronte dell’Isonzo, dove al comando del IV corpo d’armata subisce l’aggiramento alle spalle per il cedimento del contiguo corpo d’armata (il XXVII del generale Badoglio) nelle tragiche giornate di Caporetto. Destituito dal generale Cadorna il 25 ottobre 1917, trascorrerà gli ultimi anni della sua vita lasciando copioso materiale di scritti, memorie e corrispondenze, volte a rivendicare un più attento esame delle proprie responsabilità effettive nei giorni dell’ottobre 1917..

La morte lo coglie improvvisamente nella sua città natale nel maggio 1925.

Sommario:

pag. 5 Presentazione
pag. 7 Prefazione
pag. 18 Bibliografia
pag. 19 Relazione circa il combattimento del 12 aprile 1916
pag. 33 Fascicolo Allegati annessi alla Relazione (A-M)
pag. 105 Relazione sui fatti d’arme compiuti dal 29 aprile al 25 maggio 1916
pag. 147 Indice degli Allegati annessi alla Relazione (1-65)
pag. 153 Fascicoli degli Allegati annessi alla relazione (1-65)
pag. 433 Appendice
Mercoledì, 29 Giugno 2016 17:44

Guerra Bianca

Storia e memoria nei luoghi della Grande guerra in Lombardia

 Docufilm su supporto DVD

Guerra Bianca. Storia e memoria nei luoghi della Grande guerra in Lombardia

  • produzione: Team Italia Videoproduzioni
  • consulenza scientifica: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • contenuto cofanetto: 1 DVD
  • durata: 68'
  • anno: 2015
  • lingua: italiano
  • produttore esecutivo: Claudia Sartirani
  • regia e montaggio: Roger A. Fratter
  • riprese: Franco Valtellina
  • testi: John Ceruti - Antonio Trotti
  • segretaria di produzione: Maria Elena Baroni
  • voce narrante: Adele Di Maggio
Prezzo: euro 15,00

DVD disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC).

Descrizione:

Le testimonianze presenti sul territorio ci offrono la possibilità di un viaggio nel tempo: il racconto intenso di una guerra in parte solo preparata e in parte combattuta a oltre 3.000 metri di quota.

Una narrazione avvincente che si snoda tra documenti di repertorio, scenari di sorprendente bellezza e manufatti storici che si ergono come sentinelle, là dove oggi regna solo il silenzio.

A un secolo dalla Prima Guerra Mondiale, il film rende omaggio ai soldati protagonisti di quelle tragiche vicende.

E alle stupende montagne che di queste vicende conservano, intatta, la memoria, ricordandoci con discrezione l'immenso valore della pace.

Giovedì, 22 Gennaio 2015 18:46

Dallo Stelvio al Garda (vol. I)

Alla scoperta dei manufatti della Prima Guerra Mondiale

Dallo Stelvio al Garda (vol. I)

  • autore: Walter Belotti
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2004
  • pagine: 279
  • formato: 16,5 x 24 cm
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: sì
  • peso: 870g circa

 

Prezzo: euro 20,00

Libro disponibile per l’acquisto online e presso le biglietterie del Museo della Guerra Bianca in Adamello (Temù BS) e del Forte Montecchio Nord (Colico LC)

Un volume dedicato a 27 suggestivi itinerari storico-escursionistici tra le montagne lombarde, teatro degli avvenimenti di una guerra che ha profondamente segnato un'epoca.
I testi del volume sono completati da una ricca documentazione fotografica a colori dell'autore e da un'interessante raccolta iconografica di immagini d'epoca facenti parte dell'archivio storico del Museo.

Descrizione:

La porzione più occidentale del fronte italo-asburgico della Prima Guerra Mondiale coinvolse il margine orientale del territorio Lombardo, per una profondità di alcune decine chilometri e un'ampiezza di oltre 170. Si tratta di un territorio montuoso, prevalentemente di media e alta quota: fu qui che ebbero luogo le battaglie più alte della Grande Guerra, fu qui che la guerra trovò una connotazione tanto specifica da meritare, fin da allora, il nuovo appellativo di "Guerra Bianca".

In molte zone di pianura, dove certamente le battaglie furono più cruente, i segni della guerra sono stati da tempo cancellati dalla volontà di ricostruire, dal desiderio di riprendere a vivere e a coltivare dopo la distruzione di campi, case e vite umane. Nei territori di media e alta quota dell'arco alpino le profonde ferite lasciate dalla guerra non sono ancora completamente rimarginate, sebbene stiano scomparendo nel lento ma inesorabile processo della natura che, via via, si riprende postazioni, trincee, baracche e tutti i ricordi che questi manufatti rappresentano e custodiscono.

Il volume di Walter Belotti, socio fondatore e oggi Presidente e Direttore Amministrativo del Museo della Guerra Bianca in Adamello, ci aiuta nel recuperare con curiosità e passione un tassello di storia e di umanità da non perdere: questa guida offre infatti al lettore diverse possibilità per la riscoperta di manufatti e frammenti di storia disseminati lungo l'ex linea di confine della Prima Guerra Mondiale in territorio lombardo. Steso con linguaggio efficace e facilmente comprensibile, il volume fornisce al lettore numerosi spunti per la corretta lettura delle tracce lasciate dalla guerra.

E proprio per la vastità del territorio e la ricchezza delle testimonianze materiali che vi si trovano, il volume – insieme al secondo – non pretende di esaurire la presentazione di tutto il patrimonio presente. Anzi, non può che essere tra i primi di una collana che, con gli anni, potrà accompagnare gli appassionati delle nostre montagne alla scoperta di nuovi itinerari attraverso i luoghi della memoria.

Luoghi e manufatti che costituiscono un'eredità pesante, costata immani fatiche di sudore e di sangue da parte dei contendenti di entrambi gli eserciti in lotta, uomini delle stesse montagne divisi da un confine, una linea ideale che divenne di ghiaccio, roccia e filo spinato. Oggi, proprio grazie agli interventi di salvaguardia che da tempo si stanno attuando con tale spirito di collaborazione e con le indicazioni storiche e di percorso come quelle contenute in questo volume, è possibile rivisitare le vecchie linee di confine con la coscienza di cosa esse siano state e apprezzare la tecnica dell'uomo che seppe sfruttare le diverse pieghe della montagna per costruire strade e ricoveri, la maestria del semplice muratore che, vestito da soldato, con la sola e perfetta posa di pietre a secco seppe realizzare opere militarmente importanti, ma soprattutto splendide e perfettamente integrate nell'ambiente e che hanno saputo resistere non solo alla furia dei combattimenti ma anche al successivo, lungo, abbandono.

Il volume propone con una formula nuova e avvincente un viaggio nella storia del territorio lombardo e delle sue genti. La meticolosa scoperta, l'approfondito studio e l'attenta valorizzazione dei segni della Prima Guerra Mondiale presenti come ferite sulle nostre montagne, consentono oggi di proporre un nuovo modo di fare turismo e cultura, insieme. Oltre a rivolgere l'attenzione alle preziose valenze paesaggistiche di una natura che spazia dalle tiepide acque del Lago di Garda ai perenni ghiacciai dello Stelvio, e inseguire le tracce di architettura militare lasciate con umiltà in ogni anfratto delle montagne contese, questo testo propone un modo di frequentare il territorio fatto di maggiore attenzione ai particolari e di grande rispetto per il lavoro, la fatica e i sacrifici che questi manufatti portano con sé. Ogni percorso proposto nel volume reca un proprio specifico inquadramento storico, sì da dar voce alla gran moltitudine di manufatti militari che vi si incontrano. Le testimonianze della Grande Guerra combattuta in Lombardia sono infinite: ogni strada, ogni sentiero, ogni trincea o muretto di sassi narra la storia di uomini, italiani, austriaci, ungheresi, persino russi, costretti a lasciare la propria terra, la propria casa, i propri affetti, per combattere una guerra insensata che essi stessi non erano in grado di comprendere. Oggi spetta a noi, che possiamo e dobbiamo muoverci sul territorio con una nuova consapevolezza, interpretare questi manufatti e saper leggere questa storia sia come momento di crescita culturale, sia e soprattutto quale momento di profonda riflessione.

Sommario:

pag. 4 Presentazione
pag. 6 Prefazione
pag. 8 Introduzione – Il modello “Parco Culturale Integrato” e percorsi alternativi di turismo culturale in Lombardia
pag. 14 Il Museo della Guerra Bianca in Adamello
pag. 20 Il Parco Culturale Integrato “La Guerra Bianca: il suo territorio, le sue genti”
pag. 24 La Prima Guerra Mondiale dal Passo dello Stelvio al Lago di Garda
pag. 45 Gli itinerari
pag. 46 1) Dal Giogo di Santa Maria (IV Cantoniera) alla Bocchetta di Forcola e alla punta di Rims
pag. 54 2) Da Santa Lucia al Forte Venini al Dossaccio
pag. 62 3) Da Cresalva al Forte Serioli ai Canali
pag. 70 4) Dal Rifugio Berni al Bivacco Ortles
pag. 78 5) Dal Rifugio Bonetta all’Anticima del Monte Gavia
pag. 86 6) Dal Passo del Tonale alla Cima Cadì
pag. 98 7) Dal Passo del Tonale alla Cima Castellaccio
pag. 112 8) Dal Passo Paradiso al Passo Pisgana, lungo il “Sentiero dei Fiori”
pag. 126 9) Da Sant’Apollonia al Passo delle Gràole
pag. 134 10) Da Case di Viso alla Punta di Ercavallo
pag. 144 11) Da Case di Viso al Rifugio Bozzi
pag. 154 12) Dal Passo del Tonale al Monte Tonale Orientale
pag. 162 13) Da Ponte di Legno alla Baita del Pastore
pag. 172 14) Da Cané alla Bocchetta di Val Massa
pag. 180 15) Da Fondovalle al Rifugio Garibaldi
pag. 190 16) Dal Passo Paradiso alla vetta di Cresta Croce
pag. 198 17) Da Tu a cima Rovaia
pag. 206 18) Da Incudine al Davenino
pag. 212 19) Dal Mortirolo al Monte Pagano
pag. 220 20) Dalla Malga Lincino al Passo di Forcel Rosso
pag. 226 21) Dalle Case di Val Paghéra al Passo e Cima Monoccola
pag. 236 22) Dalla Ràsega in Valsaviore al Passo di Campo
pag. 244 23) Dalla Malga Cadino della Banca al Lago della Vacca
pag. 250 24) Dal Rifugio Nikolajewka al Passo del Termine
pag. 256 25) Da Schilpario al Rifugio Tagliaferri
pag. 264 26) Dai Fienili di Rest alla Cima Tombea
pag. 272 27) Dal Passo Nota alla Bocca dei Fortini e sul Monte Carone
pag. 278 Bibliografia
pag. 279 Biografia dell’Autore
Domenica, 21 Dicembre 2014 17:37

Adamello, il tempo dei pionieri

  • Adamello, il tempo dei pionieriautore: Vittorio Martinelli
  • fotografo: Danilo Povinelli
  • editore: D. & C. Povinelli
  • luogo: Pinzolo TN
  • anno: 1999 (2ª edizione)
  • pagine: 320
  • formato: cm 24 x 32,5
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: rilegatura in filo refe
  • copertina: cartonato con sovraccoperta
  • illustrazioni: 438 immagini fra fotografie a colori, in bianco e nero e cartine
  • peso: 2,3 kg

Prezzo: euro 62,00

Descrizione:

Un’affascinante sguardo sulle origini dell'esplorazione alpina e storico preludio alla Prima Guerra Mondiale.

Il Massiccio montuoso dell'Adamello, pur non detenendo il primato delle maggiori quote sull'arco alpino fu, nella metà dell'Ottocento, l'ultimo importante Gruppo di alte montagne a essere esplorato dall'uomo.

La pressoché totale sconoscenza dei luoghi, ignorati dalle timorate e superstiziose popolazioni vallive; le difficoltà alpinistiche dettate dalla conformazione del terreno e dalle quote elevate, superiori ai 3.000 metri; ma, soprattutto, l'immensa area glaciale di cui è (o era) ricoperto, rendendolo un luogo inospitale; fecero scrivere ai Pionieri dell'alpinismo ottocentesco affascinanti pagine di avventura. Un'epopea indimenticabile che ne precedette un'altra, anch'essa indimenticabile, drammatica, quella della Grande Guerra 1915-1918.

La pregiata opera Adamello, il tempo dei pionieri, è la grande fatica storico-documentale e fotografica di uno scrittore storico e di un fotografo innamorati delle montagne adamelline, alle quali hanno dedicato gran parte della loro vita: Vittorio Martinelli e Danilo Povinelli.

Corredato da superbe fotografie d'epoca e moderne, il volume inizia con la descrizione generale degli aspetti delle montagne interessate, prosegue con la narrazione di miti e leggende sorti intorno ad esse, rammenta le prime sommarie esplorazioni, si sofferma sugli epici anni dell'alpinismo nella seconda metà dell'Ottocento, per poi giungere fino al 1914 con interessanti ricostruzioni delle prime antropizzazioni di queste montagne - rifugi e bivacchi Club Alpino Italiano (C.A.I.) e della Società degli Alpinisti Tridentini (S.A.T.).

Sommario:

pag. 3 Ringraziamenti
pag. 7 Premessa
pag. 11 1. Gli aspetti generali del Gruppo. L'aspetto fisico. La geologia. Il clima. I ghiacciai. La flora.
pag. 31 2. Sulle montagne ancora inesplorate: diavoli, streghe, leggende
pag. 49 3. Per primi sulle montagne del Gruppo: rilevatori catastali - cartografi - geologi - glaciologi - naturalisti
pag. 55 4. Luigi Fantoma, «Re di Genova» e il primo tentativo di salita sull'Adamello
pag. 59 5. Julius Payer e il suo primo tentativo - fallito - di salire sull'Adamello
pag. 77 6. Julius Payer per primo sull'Adamello: 15 settembre 1864
pag. 99 7. Altre imprese di Payer nella «campagna» 1868
pag. 121 8. Luglio 1866: l'odissea di tremila Garibaldini al Lago di Campo
pag. 131 9. Gli Alpini
pag. 139 10. La «Società degli Alpinisti Tridentini», i suoi rifugi, gli irredentisti e lo spionaggio patriottico
pag. 165 11. I Tedeschi al Mandrone
pag. 177 12. La quarta salita all'Adamello, prima italiana: 24 agosto 1871
pag. 193 13. la Sezione di Brescia del C.A.I., la S.A.T. di Trento.
L'incontro storico del 1875 tra bresciani e trentini sulla vetta dell'Adamello
pag. 219 14. I rifugi della Sezione di Brescia del C.A.I.
pag. 235 15. Guide alpine, villaggi e alberghi nelle valli Camonica e Rendena
pag. 247 16. Alpinisti inglesi e alpinisti tedeschi: due mentalità, due metodi
pag. 251 17. L'alpinismo «moderno» fino al 1914
pag. 265 18. La prima impresa sci-alpinistica: 22-26 marzo 1902
pag. 281 19. Le vie di salita alla vetta dell'Adamello fino al 1914
pag. 283 20. L'Austria si prepara alla guerra
pag. 299 NOTE
pag. 307 APPENDICE: LA TOPONIMIA DELL'ADAMELLO (di Dante Ongari)
pag. 313 BIBLIOGRAFIA
Giovedì, 18 Dicembre 2014 18:53

Adamello – Presanella 1915-2005

Vicissitudini avventurose di vecchi cannoni

  • Adamello Presanella 1915 2005autori: Vittorio Martinelli, John Ceruti, Antonio Trotti
  • fotografo: Danilo Povinelli
  • editore: D. & C. Povinelli
  • luogo: Pinzolo TN
  • anno: 2005
  • pagine: 272
  • formato: cm 24 x 32,5
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: rilegatura in filo refe
  • copertina: cartonato con sovraccoperta
  • illustrazioni: 432 illustrazioni fra fotografie a colori, in bianco e nero, cartine e documenti
  • peso: 2,1 kg

Prezzo: euro 49,00

Descrizione:

Questo volume curato dal noto storico e giornalista Vittorio Martinelli, insieme ai contributi di John Ceruti, Antonio Trotti e della sapiente raccolta di immagini del fotografo Danilo Povinelli, traccia la storia, spesso avventurosa, di alcuni cannoni che, utilizzati durante la Grande Guerra sul fronte dell'Adamello-Presanella, sono giunti superstiti fino a noi sia fisicamente sia solo nella memoria: dal famoso pezzo da 149G di Cresta Croce, ai cannoni dei monumenti della Val Rendena, dal "Giorgio" austriaco fino al magnifico 10.4 cm Skoda recuperato nel 2003 dai ghiacci della Val Nardis.

Sommario:

pag. 4 Avvertenze
pag. 5 Ringraziamenti
pag. 7 Premessa
pag. 9 1. Cannoni sulle montagne; il traino spettacolare di un 149 G l'«Ippopotamo»
pag. 33 2. L'«Ippopotamo»: com'era e come sparava
pag. 37 3. L'«Ippopotamo» sulla Cresta Croce
pag. 51 4. L'«Ippopotamo» nel dopoguerra
pag. 77 5. «Giorgio»: vecchio obice austriaco valoroso e sfortunato
pag. 107 6. Cannoni in Val Rendena oggi
pag. 179 7. Estate 2000: sulla Presanella un cannone emerge dal ghiacciaio
pag. 189 8. L'eccezionale trasporto del Cannone della Presanella in un dettagliato
documento militare austro-ungarico del 1918
pag. 311 9. Agosto 2003, un'impresa complessa: il recupero del cannone sulla Presanella
pag. 227 10. Tre eccezionali imprese d'artiglieria a raffronto
pag. 231 Appendice A: Documenti
pag. 239 Appendice B: Nozioni tecniche
pag. 239 B1 - Cannone da 149 G
pag. 248 B2 - Le caratteristiche del cannone di Nardis
pag. 250 B3 - Cannoni ex austriaci di preda bellica
pag. 251 B4 - La canna dell'Obice di Borzago
pag. 253 B5 - Obici di Pinzolo - Carisolo – Pelago
pag. 267 Bibliografia essenziale
pag. 267 Referenze fotografiche
pag. 268 Indice dei nomi di persona
Giovedì, 04 Dicembre 2014 23:38

Le batterie corazzate

I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l’Età Moderna e la Grande Guerra – 1

 

  • Le batterie corazzate. I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l’Età Moderna e la Grande Guerraautore: Walter Belotti
  • editore: Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • luogo: Temù BS
  • anno: 2009
  • pagine: 242
  • formato: cm 16,5 x 24
  • carta: patinata opaca 150 gr
  • confezione: brossura con legatura in filo refe
  • copertina: semirigida con alette
  • illustrazioni: Testi completati da una ricca documentazione fotografica a colori dell'Autore e da alcune interessanti immagini e disegni d'epoca facenti parte dell'Archivio Storico del Museo della Guerra Bianca in Adamello
  • peso: 770 gr
  • ISBN: 978-88-904522-0-8

Prezzo: euro 20,00

Descrizione:

L’autore, Walter Belotti, tanto tempo fa, cominciò a scrivere partendo dal particolare, dal piccolo segno; un segno che si poteva trovare sulle montagne vicino a casa, un segno lasciato dagli uomini durante la guerra; e di fronte a tale segno - un muro a secco, un selciato, qualche ferro sparso, i resti incredibilmente intatti di una trincea – l’Autore si è stupito e di tale stupore, col proprio lavoro, ha voluto far partecipi gli altri.

Per questo, nei suoi scritti, Belotti ci ha fatto scoprire mille di questi dettagli, prima in Alta Valle Camonica, poi, a forza di camminare per strade, mulattiere e sentieri militari e di macinare giornate sui documenti d’archivio, ha saputo guidare il lettore alla riscoperta di strutture, manufatti, opere difensive diffuse sul territorio del fronte della Grande Guerra combattuta in Lombardia, della Guerra Bianca. Un territorio vasto e complesso che dal Passo dello Stelvio giunge alle sponde del Lago di Garda, in un continuo susseguirsi di creste e vallate, su un’area di oltre 4000 Kmq; e, ancora, Belotti ha provato, e ci ha fatto provare stupore, per la qualità dei manufatti, per l’eccezionalità del loro stato di conservazione e per la bellezza dell’ambiente di alta e media quota nei quali sono incastonate le tracce della storia.

Con questo volume lo sguardo e lo stupore si elevano oltre, superano i confini del fronte della Guerra Bianca per cogliere, in un percorso ideale di crescita, gli elementi più imponenti dell’intero sistema difensivo italiano messo in opera sul territorio della Lombardia nei primi quindici anni del Novecento: le batterie corazzate, grandi opere fortificate realizzate per difendere i punti strategici della linea di confine nazionale, a rsso dell’esplosione della guerra europea.

Viene spontaneo chiedersi se nessuno le avesse mai viste prima di oggi, queste imponenti opere: migliaia di metri cubi di cemento, pietra lavorata, acciaio… certamente in tanti le hanno viste, ma forse non guardate, non comprese a fondo come meriterebbero. Il turista distratto, come l’abitante locale appassionato delle cose della propria terra, coloro che per svago o per lavoro frequentano il territorio, difficilmente possiedono strumenti adeguati per cogliere a pieno le valenze storiche, tecniche, umane di queste opere di tempi non lontani, ma oggetti difficili e inesplicabili nella loro realtà materiale, per la loro destinazione ad una realtà per noi ormai remota.

Il libro è una sorta di antologia delle grandi opere fortificate moderne lombarde che, per la prima volta, ne propone una visione d’insieme, analizzandole nella realtà storica e nello stato attuale.

Scopriamo, ad esempio, un’eccellenza del patrimonio lombardo: due delle sei batterie corazzate presenti in Lombardia, i Forti Montecchio Nord e Dossaccio di Oga, sono le meglio conservate tra le 48 costruite in Italia e le altre decine realizzate in Europa ai primi del Novecento.

Mentre le altre opere sono state, immancabilmente, in tutto o in parte, saccheggiate dagli uomini, invase dalla vegetazione, demolite dal tempo, qui si conservano ancora le pietre sapientemente lavorate, i serramenti funzionanti, gli impianti elettrici e di ventilazione e, fra gli elementi più caratteristici, le massicce e imponenti cupole corazzate. Montecchio Nord è, sopra tutti, l’unico che conserva intatti i propri pezzi d’artiglieria originali.

Sommario:

pag. 7 Presentazione
pag. 9 Prefazione
pag. 12 Introduzione: La costosa illusione della difesa passiva dei confini nazionali
pag. 16 Il Museo della Guerra Bianca in Adamello
pag. 16 Le finalità
pag. 16 Le attività
pag. 18 Le modalità operative
pag. 19 Prospettive
pag. 19 Informazioni
pag. 20 La batteria corazzata tipo Rocchi di Antonio Trotti
pag. 23 I. Il Forte “Lusardi” al Montecchio Nord di Colico
pag. 23 Inquadramento
pag. 24 Progetti e realizzazioni
pag. 32 Storia
pag. 39 Caratteristiche costruttive
pag. 60 I graniti del Forte
pag. 64 Il Forte come risorsa turistica
pag. 66 Scheda generale
pag. 67 Itinerario 1 – Dalla stazione di Colico a Forte Montecchio Nord
pag. 69 II. Il Forte “Sertoli” ai Canali
pag. 69 Inquadramento
pag. 70 Storia
pag. 80 Prospettive
pag. 80 Caratteristiche costruttive
pag. 95 La viabilità militare di accesso al Forte
pag. 98 Scheda generale
pag. 99 Itinerario 2 – Da Cresalva al Forte ai Canali
pag. 101 III. Il Forte “Venini” al Dossaccio di Oga
pag. 101 Inquadramento
pag. 101 Storia
pag. 116 Caratteristiche costruttive
pag. 134 Scheda generale
pag. 135 Itinerario 3 – Da Santa Lucia al Forte al Dossaccio di Oga
pag. 137 IV. Il Forte al Monte delle Scale
pag. 137 Premessa
pag. 137 Inquadramento
pag. 139 Storia
pag. 139 Le caratteristiche costruttive
pag. 148 Scheda generale
pag. 149 Itinerario 4 – Dalle Torri di Fraele al Forte del Monte delle Scale
pag. 153 V. Il Forte di Corno d’Aola
pag. 153 Inquadramento
pag. 154 Storia
pag. 172 La strada militare per il Forte di Corno d’Aola
pag. 174 Scheda generale
pag. 175 Itinerario 5 – Da Ponte di Legno al Forte di Corno d’Aola
pag. 177 VI. Il Forte di Cima Ora
pag. 177 Inquadramento
pag. 178 Storia
pag. 182 Caratteristiche costruttive
pag. 186 Scheda generale
pag. 187 Itinerario 6 – Dal Passo del Marè al Forte di Cima Ora
pag. 187 VII. Il Forte di Valledrane
pag. 189 Inquadramento
pag. 189 Storia
pag. 208 Caratteristiche costruttive
pag. 214 Scheda generale
pag. 215 Itinerario 7 – Al Forte di Valledrane
pag. 216 Cartina con la dislocazione dei Forti
pag. 218 Dati tecnici sulle artiglierie dei forti lombardi di John Ceruti
pag. 219 I cannoni da 149 G
pag. 222 I cannoni da 149 A
pag. 226 I cannoni da 149 S
pag. 228 I cannoni da 120/40 Armstrong
pag. 230 Considerazioni sulle batterie corazzate
pag. 231 Dati sulle munizioni
pag. 239 Bibliografia
pag. 241 Biografia
Pagina 1 di 2